Midnight Factory: la fabbrica della paura che continua a sfornare cult

Dopo il lancio italiano del capolavoro sperimentale Mad God, diretto dal regista ed animatore Philip Tippet, Midnight Factory torna con prelibatezze rare, da capolavori dimenticati a veri e propri cult del cinema capaci di conquistare gli spettatori di qualsiasi epoca.

Quest’anno infatti Il Corvo, interpretato dall’eterno Brandon Lee, torna con due imperdibili edizioni steelbook per i suoi trent’anni. Le due differiscono unicamente per la cover art, racchiudendo la stessa quantità di contenuti. L’edizione include le versioni blu ray e 4K Ultra HD del film, un completissimo comparto di contenuti extra, comprese di scene tagliate, oltre che un poster della locandina e tre cartoline esclusive.

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Il Corvo: una tragedia eterna

Il regista Alex Proyas trae ispirazione dall’omonimo fumetto di James O’ Barr e riesce nel 1994 a creare un vero e proprio cult, trasponendo i connotati iconici della cultura underground anni ’80 e ’90. Eric Draven, il protagonista, è un uomo in cerca di vendetta dopo che una gang ha ucciso brutalmente lui e la sua futura sposa. Il fulcro del racconto è proprio la sua violenta rinascita e come questa possa influenzare le poche persone alle quali Eric, ridotto ad una furia cieca, tiene ancora.

Il film è tristemente noto per una tragedia avvenuta durante le riprese: l’attore che interpreta il protagonista, Brandon Lee, morì sul set ucciso accidentalmente da una pistola scenica caricata male. Questo anniversario diviene allora modo per celebrare, oltre il film, il talento di un attore reso immortale nella sua ultima performance, con la possibilità di approfondire i dietro le quinte e la storia di come questa pellicola ha preso vita.

La paura fa cinquanta!

Insieme a il Corvo quest’anno spegne le candeline Non Aprite quella porta, capostipite del genere horror e padre del sottogenere Slasher. Seguendo la grammatica tipica di questo tipo di cinema, il film ci racconta la storia, o per meglio dire tragedia, di un piccolo gruppo di ragazzi in viaggio con il proprio pullman; la vicenda si sviluppa a cavallo degli tra gli anni ’70 e ’80 ma la leggera brezza hippie respirata dai ragazzi viene bruscamente interrotta dall’arrivo di un bifolco dall’aria inquietante.

Poco dopo il macabro incontro i protagonisti si imbatteranno in una casa isolata, abitata proprio dalla folle famiglia dello strano uomo incontrato poco prima. Da questo momento in poi gli orrori prenderanno il sopravvento, introducendo l’antagonista del film, Leatherface, un assassino armato di motosega che indossa inquietanti maschere cucite con la pelle delle sue vittime. Da questo semplice incipit Il regista Tobe Hooper, nonostante i mezzi esigui, riesce a comporre un’opera con una cifra stilistica tale da diventare un vero e proprio manuale per i registi futuri.

Per saperne di più, il 20 giugno 2024 uscirà con una nuovissima edizione, disponibile in pre order, per i suoi cinquant’anni: questo sarà disponibile in un cofanetto completo della versione restaurata in 4K Ultra HD includendo inoltre il blu ray del film ed un blu ray bonus colmo di contenuti extra insieme ad un booklet con approfondimenti ed interviste. L’edizione sarà acquistabile su Amazon e sul sito dell’etichetta Fanfactory.

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Locandina italiana Non Aprite Quella Porta, 1974

Midnight Factory, una realtà quasi decennale

Il progetto nasce nel 2015 come etichetta secondaria di Plaion Pictures, una delle aziende principali nella produzione e distribuzione di prodotti d’intrattenimento. L’obbiettivo era quello di raccogliere tutti i migliori film horror mondiali, riuscendo salvare dall’oblio innumerevoli capolavori dimenticati, tra i quali spicca Ultimo Mondo Cannibale di Ruggero Deodato, ma senza smettere di dare spazio alle nuove produzioni. Col tempo Midnight Factory è diventata il punto di riferimento massimo per gli amanti del cinema “eccessivo”, offrendo edizioni esclusive, ricchi approfondimenti dei film proposti e la possibilità di scoprire pellicole da tutto il mondo.

Ultimo, non per importanza

A quasi 2 anni dalla scomparsa del regista Ruggero Deodato, esce per la prima volta in 4K senza censure, il suo capolavoro perduto Ultimo Mondo Cannibale. L’opera è il primo capitolo della cosiddetta Trilogia Cannibal dello stesso Deodato, comprendente Ultimo mondo Cannibale, Cannibal Holocaust ed Inferno in Diretta. Queste opere, dalle evidenti caratteristiche violente e macabre, sono definite dal regista film neoralisti e non horror, rappresentando la paura come fenomeno reale del mondo: un incubo lucido ed inspiegabile, raccontato per come viene vissuto nel suo stato più crudo.

La storia è un semplice pretesto; un antropologo si reca nella giungla di Mindanao per una ricerca petrolifera, scoprendo con stupore che il campo base è totalmente deserto. Il mistero su ciò che possa essere accaduto si svelerà con l’incontro con i Manabu, tribù cannibale che abita quella giungla. Dal 4 aprile 2024, Ultimo Mondo Cannibale è disponibile per la prima volta nel formato integrale, restaurato interamente dal negativo originale sotto la super visione dell’aiuto regista Lamberto Bava; l’edizione è arricchita anche di due blu ray ricchi di contenuti, una card della locandina ed un booklet.

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Ultimo mondo cannibale è stato uno dei film più faticosi che ho fatto. I primi giorni la troupe mi voleva uccidere, poi si sono ambientati. […] I miei colleghi che giravano in Malesia andavano al parco nazionale di Kuala Lumpur, io e l’aiuto regista invece abbiamo preso un piccolo aereo e siamo andati nella giungla, quella vera. Vedendo quel paradiso decisi di girare proprio lì, accanto ai veri cannibali.

Erano diciotto in tutto e c’era un ranger a sorvegliare sia noi che loro. Ricordo che mettevamo i pacchetti di sigarette a 150 metri e loro li centravano facilmente con le cerbottane. Erano straordinari. Gli aborigeni poi non avevano linguaggio o gestualità, emettevano solo dei suoni e per farli muovere mentre riprendevo ero costretto ad imitarli. Nel ’76 raccontavo cose che la gente non conosceva. Ora i turisti riescono ad andare ovunque, non vi è più verginità di location, invece all’epoca era un terreno inesplorato.

Ruggero Deodato in un’intervista per Ciakmagazine nel 2016