Lettera della filiera creativa al Governo sul DSA (Regolamento sui servizi digitali)

15/3/2022

 

PROPOSTA DI REGOLAMENTO SUI SERVIZI DIGITALI: l’Europa nelle mani dei giganti digitali

 

Noi, gli attori di tutte le industrie culturali e creative in Italia, non possiamo stare a guardare in silenzio mentre le conquiste che abbiamo fatto negli ultimi 20 anni nella protezione dei nostri diritti su Internet sono messe in discussione nel negoziato sul DSA.

Il Regolamento sui servizi digitali (DSA) mira a rafforzare la responsabilità e gli obblighi di tutti i servizi digitali, cioè a regolare i contenuti online e a proteggere i cittadini dai contenuti illegali.

Non mancano, pertanto, le intenzioni, ma – in questa fase dell’iter legislativo – l’attuazione risulta ancora insoddisfacente e non del tutto adeguata alle reali necessità della filiera.

Abbiamo sofferto alcune scelte del Parlamento europeo e del Consiglio che hanno sostenuto l’alleggerimento della responsabilità dei grandi attori digitali, così indebolendo la capacità dei detentori dei diritti di ricorrere contro i contenuti pirata.

Il Governo italiano, che è storicamente tra i più convinti promotori della protezione delle nostre opere e dei nostri contenuti dagli illeciti operati tramite web, dovrebbe cogliere – insieme agli altri Stati membri – questa opportunità per porre fine alla diffusione di contenuti, merci e opere generati dalle industrie creative.

La posta in gioco è troppo alta per perdere questa occasione unica: la legislazione sui servizi digitali deve rimanere nell’interesse generale, senza indebolire l’attuazione del diritto d’autore, l’unico garante della libertà di espressione, della proprietà intellettuale e della diversità culturale.

Per questo chiediamo solennemente al nostro Governo, a tutti i rappresentanti italiani presso l’Europarlamento e le Istituzioni europee di creare le condizioni per un salto di qualità durante il Trilogo, per ristabilire la necessaria coerenza tra lo spirito e la lettera del DSA ed il risultato finale del provvedimento adottato.

Cinque gli obiettivi da non mancare:

1) KYBC: per combattere meglio le offerte e i contenuti illegali, anche al di là dei marketplace, e per evitare di indebolire o addirittura mettere in discussione le conquiste europee e nazionali in termini di rispetto dei diritti di proprietà intellettuale, occorre estendere questo obbligo a tutti i servizi di intermediazione online. Questo allargamento è in linea con il considerando 39 ter (nuovo) del mandato negoziale del Parlamento.
2) Motori di ricerca: prevedere obblighi e responsabilità sempre elevati con standard di diligenza rafforzati. A tal fine, appare estremamente problematico il tentativo di qualificare i motori di ricerca come servizi di caching. I servizi caching, infatti, hanno obblighi di diligenza limitati che non si adattano al ruolo di questi servizi nella disseminazione di contenuti online.
3) Obblighi di diligenza rafforzati per i fornitori di hosting e introduzione di un obbligo di stay down. Auspichiamo l’adozione di un sistema di notifica e azione efficace che imponga una rimozione tempestiva dei contenuti segnalati, in linea con le disposizioni della Direttiva Copyright, e che garantisca una rimozione immediata dei contenuti live.
4) Il DSA dovrebbe chiarire che la disposizione sulle misure proattive volontarie si applica esclusivamente alle attività volte a rilevare, identificare e intraprendere azioni contro i contenuti illegali. Tale disposizione non può assolutamente applicarsi ad attività di moderazione dei contenuti, quali la promozione, la raccomandazione e l’indicizzazione.
5) Notice and Action: l’art. 14 garantisce già l’accuratezza delle notifiche fissandone tutti i requisiti, senza che siano necessarie ulteriori valutazioni che determinino uno “stay up” ingiustificato dei contenuti illeciti in contrasto con l’obbligo delle piattaforme di agire tempestivamente per la loro rimozione. Va inoltre eliminato il riferimento all’URL come requisito obbligatorio per le notifiche, trattandosi di un parametro estremamente mutevole, da adottare solo ove rilevante.

Tutto questo ci sembra in linea e in totale coerenza con le indicazioni inequivocabili del Presidente Draghi che, in Senato, ha dichiarato: “(…) L’Italia sostiene il Regolamento UE sui servizi digitali, anche per proteggere efficacemente prodotti e contenuti realizzati in Italia. La nostra convinzione è che quello che è illecito off line debba essere illecito anche on line”.

Riteniamo fermamente che Internet resti una grande opportunità per il settore creativo e culturale, ma una regolamentazione chiara e rispettosa dei diritti di proprietà intellettuale è indispensabile per proseguire nel cammino di sviluppo delle arti e della cultura in Europa.

Grazie per l’attenzione e per quanto farete a tutela del nostro patrimonio artistico, creativo ed industriale.

 

AFI – Associazione Fonografici Italiani
AIE – Associazione italiana editori
ANEM – Associazione Nazionale Editori Musicali
ANICA – Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Digitali
APA – Associazione Produttori Audiovisivi
Associazione 100 Autori
Confindustria Cultura Italia
Confindustria Radio TV
FAPAV – Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali
FIMI – Federazione Industria Musicale Italiana
FEM – Federazione Editori Musicali
Nuovo IMAIE – Nuovo Istituto Mutualistico Artisti Interpreti Esecutori
PMI – Produttori Musicali Indipendenti SCF S.r.l.
UNIVIDEO – Unione italiana editoria audiovisiva
UNA – Unione Nazionale Autori

 

 

Fonte: ANICA
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