The Wrestler

Randy “ The Ram” è un ex campione di wrestling degli anni Ottanta che dopo un infarto e conseguente by-pass, non ce la fa a salire neanche sui ring di quarta categoria.

Ma dopo la susseguente perdita di ogni speranza, la fortuna torna a girare quando gli viene proposta una rentrèe.

Come ovvio Rem accetta la sfida nonostante i pareri contrari di chi gli sta accanto e lo ama, come la spogliarellista Cassidy, cercando allo stesso tempo di recuperare il rapporto ormai logoro con la figlia adolescente.

La vicenda di Randy è fatta di sacrifici offerti al pubblico in cambio di un po’ di rivalsa nella vita, di sangue, di botte e sogni che sembrano infranti, ma che proprio quando appaiono impossibili, si avverano.

Il bello della storia di Randy “The Ram”, non è il messaggio di speranza che porta in se, quanto la sua verità.

Infatti quella del povero wrestler non è altro che una metafora della vita di colui che né presta le sembianze sullo schermo: Mickey Rourke.

Negli anni Ottanta era il divo bello e maledetto per eccellenza dopo le scene bollenti di 9 settimane ½ con Kim Basinger, poi è arrivata la boxe, con i tanti pugni dati e presi dentro e fuori dal ring, e conseguentemente la fine di una brillante carriera cinematografica.

La sua discesa verso gli inferi di Hollywood è condita da eccessi alcolici, arresti, brutti film, tredici anni di psicoanalisi e troppe sigarette, insomma una ricetta perfetta per l’autodistruzione.

Fortunatamente, come il suo personaggio, Rourke è un lottatore e grazie alla disciplina e a tanta voglia di riemergere, ce lo troviamo davanti sebbene con una faccia diversa, che non è più quella del sexy mascalzone di una volta, ma quella dell’uomo che ha sofferto per le ferite dei pugni sferrati, ma anche per quelle dell’anima.

Grazie a questo ruolo ha vinto prima il Leone d’Oro al Festival del Cinema di Venezia e poi ha ricevuto anche una candidatura all’Oscar e soprattutto ha ritrovato la voglia di lottare non per la gloria del ring,ma per quella di vivere.