Un brillante e allarmante adattamento cinematografico dell’omonimo libro satirico sul ritorno del Fuhrer ai giorni nostri

LUI E’ TORNATO da OGGI NELLE SALE ITALIANE

Per un assurdo scherzo del destino, Hitler nella primavera del 2011, si sveglia dal proprio sonno, durato più di mezzo secolo, e si ritrova in superficie, attorniato da giovani ragazzini intenti a supportare un cameraman a girare il proprio video. Un’epifania decisamente inusuale, per una vicenda che non può essere assolutamente compresa da mente umana: come potrebbe, d’altronde, un uomo che ha superato i cento anni dalla propria nascita essere ancora vivo? Il Fuhrer viene quindi subito scambiato per un ottimo comico che ne indossa i panni, diventando un incredibile fenomeno culturale e sociale, da portare in televisione, da schernire e da sbeffeggiare, come un fenomeno da baraccone, che non servirà altro che a conquistare share, consensi e tanto divertimento. Ma sotto quei baffetti, sotto quell’austerità, quella solennità di quello che fu il politico che mise a ferro e fuoco il mondo intero mezzo secolo fa, c’è tanto altro.
La pellicola girata da Wnendt, ispirata all’omonimo romanzo di Timur Vernes, è di per sé geniale. Ha tutto quello che serve alla Germania d’oggi, ha molto di più di quei film politici che mirano al ricercare una denuncia all’omertà tedesca. C’è molto di più di quanto mostrato dal recente film di Fritz Braun, con il procuratore che va alla ricerca di Adolf Eichmann, c’è tanta più cattiveria nell’entrare da tergo sui tedeschi che adesso nascondono la propria scelta, nascondono il proprio passato di nazionalsocialisti, a supportare un partito che riuscì a compiere più nefandezze che grandi risultati, che donò alla Germania uno dei più periodi più cupi e neri della sua storia, nonostante la precedente grande depressione sociale ed economica. L’Adolf Hitler di Oliver Masucci è perfetto, è calzante, è solenne: è proprio il Fuhrer che torna in vita e dinanzi a quella telecamera è giustamente identificato come un attore, un comico capace di riprodurlo come meglio non si potrebbe. Attorno a lui tutto è credibile: i suoi discorsi, le sue apologie, le sue filippiche, anche quando si scatena contro quelle sparute apparizioni di stirpe giudea. Tiene fede a tutto il suo personaggio, tiene alta l’idea e la forma, nonché la sostanza fisica, di quello che fu Adolf Hitler.

Lui è tornato è un colpo di genio, tanto per l’aver capito la potenzialità del bestseller a livello cinematografico, tanto per averlo realizzato sotto forma di documentario, mettendo Masucci al centro di Berlino vestito da Hitler, senza avvisare i passanti. Le reazioni della Germania valgono tutto, così come la possibilità di notare come la critica e la denuncia a un Paese influisca sulla tranquillità e la pace interiore. Un film da vedere, da comprendere, da analizzare fino all’ultima battuta.

Lui è tornato è distribuito nelle sale il 26, 27 e 28 aprile da Nexo Digital con i mediapartner Radio DEEJAY e MYmovies.it.

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