The Third Day, la nuova e visionaria serie del creatore di Utopia – La recensione

Jude Law è da qualche anno ritornato al centro della scena hollywoodiana, riprendendo la centralità che gli spetta all’interno dello star system globale. Dall’uscita di The Young Pope ha dimostrato di avere tanto ancora da dare in questo campo, confermando la capacità anche della serialità televisiva di resuscitare gli interpreti, come già dimostrato in passato con Kevin Spacey e con Steve Buscemi.

The Third Day è l’ennesima dimostrazione di questo processo, nonché delle eccellenti qualità di Jude Law il quale nella prima parte di questa serie tiene letteralmente in piedi tutta l’architettura narrativa, riuscendo a comunicare con i suoi soli primi piani una quantità infinita di emozioni e sensazioni.

Si tratta di una serie estremamente atipica, sia per quanto riguarda la struttura narrativa che per la trama, oltre ovviamente che per lo stile narrativo ed estetico da cui è caratterizzata. Prima di tutto l’architettura su cui si sviluppa questo show: si tratta di una storia che si articola in due macro blocchi da tre episodi, il primo con protagonista Jude Law e il secondo con al centro Naomie Harris, uno intitolato Estate e l’altro Inverno.

Le due storie sono ovviamente collegate, sia dal punto di vista dell’ambientazione che da quello narrativo, ma allo stesso tempo entrambe conservano una loro indipendenza e possono essere viste anche in maniera autonoma. Al centro c’è stato Autunno, una sorta di contenuto girato in presa diretta della durata di diverse ore e trasmesso sui canali social di HBO tra il primo e il secondo blocco narrativo della serie.

The Third Day è una serie decisamente sperimentale, che si rifà alla tradizione del folk horror e rimanda a film come Midsommar, ma che al contempo è caratterizzata da uno stile molto personale, una narrazione che a volte si prende una pausa per lasciarsi andare al lirismo mentre altre accelera alla velocità della luce.

Non stupisce che al timone ci sia Dennis Kelly, ovvero l’autore di quel gioiello indimenticabile che era Utopia, che per due stagioni ha deliziato il pubblico inglese e internazionale con un racconto visionario ed eccentrico. In questo caso grazie anche al talento di Law e Harris (candidata all’Oscar per Moonlight), Kelly si dimostra nuovamente un autore in grado di realizzare storie raffinate e intriganti, bilanciando perfettamente il dramma familiare e l’orrore della provincia.

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Fonte: Bestserial – Best Movie
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